Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
Vita genuina di montagna ... Voltois UD

sabato 3 ottobre 2009

Festa del prosciutto di Sauris











FESTA del PROSCIUTTO di SAURIS

Quest’estate vi avevo segnalato la festa del prosciutto di Sauris, prosciutto particolare leggermente affumicato, ve lo avevo scritto qui:


http://ilfogolar.blogspot.com/2009/07/sagra-del-prosciutto-di-sauris.html#links


Purtroppo non vi avevo inserito la locandina, perché in montagna il collegamento internet con il telefonino è veramente penoso.
Sauris, era un borgo carnico della montagna del Friuli Venezia Giulia (oggi è un paesone allargato ma non troppo), è arroccato nel cuore delle montagne e nel passato era difficilmente raggiungibile, per questo ancora oggi le tradizioni sono vive.L’isolamento che un tempo lo teneva lontano dal resto dei paesi, risulta oggi la migliore offerta per accogliere turisti attenti ed esigenti alla ricerca di una vacanza autentica ed unica nel suo genere.
Se vi capita di passare da quelle parti, andate a visitarlo, ne vale la pena.
In estate offre delle bellissime passeggiate e in inverno le piste da ski sono aperte a lungo per le abbondanti nevicate.

Albergo ristorante al Pura












ALBERGO RISTORANTE al PURA

Che dirvi ragazzi, quando penso alle mie montagne mi viene una nostalgia struggente, quindi non posso fare a meno di segnalarvi persone che ho conosciuto o posti che ho frequentato.

Quest’estate sono andata a pranzo nel RISTORANTE AL PURA, è un bell’ambiente familiare, gestito da Gian Pietro e Nilla, due persone squisite e alla mano.
Vi farei vedere anche un paio di foto dell’ambiente e dei piatti che hanno preparato, ma purtroppo non ho chiesto il permesso e per il momento vi lascio solo le coordinate per raggiungere il ristorante … di questo mi hanno detto sì.
Tornando a Gian Pietro e Nilla, sono straordinari, abbiamo (io & 8 company) gustato dei piatti veramente buoni … antipasti abbondanti con verdure della casa molto gradevoli, primi da bauscina (bavaglino), secondi perfetti e la torta della casa ragazzi, era da sballo (sono un’asina non mi ricordo neppure il nome ma era di un buono strepitoso e fra l'altro è l'unica cosa che non ho fotografato).
Per i miei problemini di dietaperennedipendente avevo mangiato troppo e credevo di schiattare da un momento all’altro, al contrario la leggerezza dei cibi e l’aria buona delle mie montagne, mi hanno risolto subito il problema.
Ve lo consiglio andateci con la vostra famigliola per un we, le camere sono molto accoglienti, Gian Pietro e Nilla sono persone gioviali, insomma è un Ristorante Albergo che merita.
Provare per credere







venerdì 2 ottobre 2009

Stefano Dassiè - Infermiere a Tolmezzo e Udine


Mamaçita consiglia
E ora un po’ di pubblicità per un uomo straordinario conosciuto poco prima di tornare a MI
Stefano Dassiè infermiere specializzato nei massaggi e trattamenti POST riabilitativi.
Intanto è un chiacchierone col quale è molto piacevole dialogare, ha una voce molto pacata che ti invoglia al dialogo e nello stesso tempo ti rilassa … mentre Stefano lavorava sulle gambe, in un’altra seduta sulla schiena del mio Plantigrado, lui sapeva che soffriva a denti stretti, io sbirciavo le smorfie del marito e intanto parlavo tranquilla con Stefano … tanto noi non sentivamo dolore.

I fatti: durante una corsetta in montagna, mio marito ha preso uno strappo ad un polpaccio, un’amica di famiglia ci ha consigliato di andare da Stefano Dassiè a Tolmezzo ( opera anche a Udine )il quale ha fatto un tagliando di revisione super al mio stanco Orso.
In 4 sedute Stefano mi ha rinnovato il marito e ora vedo di spiegarvi due mosse che mi hanno lasciato a bocca aperta:
Carlo da tempo aveva un dolore continuo ad una spalla, Stefano l’ha messo in piedi e mi ha fatto notare che un braccio era ben disteso mentre l’altro era leggermente chiuso … mentre gli accarezzava la spalla davanti, ha cercato il punto più doloroso dietro, qui gli ha puntato tre dita, poi ho visto che è partita al volo l’altra mano e l’ha colpito col palmo della mano sulla punta della spalla (colpo di sciatsu se ho capito bene). A questo punto ho pensato: cribbio, gli ha fatto partire la spalla di sicuro.
Poi ho visto la smorfia di dolore di Carlo, lo sbiancamento del viso e poi riprendere subito il suo colore. In conclusione, usciti dallo studio il dolore non c’era più.

Altro fatto: Carlo ha sempre avuto problemi di schiena, da sdraiato gli ha cercato il punto doloroso poi l’ha fatto sedere sul lettino, Stefano si è posizionato dietro a mio marito, l’ha circondato con le braccia e dopo avergli fatto assumere posizioni specifiche gli ha dato un secco strappo verso l’alto.
Bè ragazzi si è sentito un crock forte e le mie rotelle hanno girato velocemente … porca puzzola, mi sono detta, questa volta me l’ha rotto in due.
E invece no, Stefano mi ha rinnovato l’Orso che ora manco si ricorda dei vecchi dolori.
Grazie Stefano ! quando torno lassù te lo riporto per qualche altro piccolo acciacco, è bello vedere il mio Orso saltellante che non grugnisce per male qui e male la.

Festa dei nonni





















FESTA DEI NONNI

Il 1° venerdi di ottobre è stato proclamato Festa dei Nonni.
Bellissima iniziativa, i nonni sono un bene prezioso per i bimbi che imparano un sacco di cose che ai nonni piace tramandare.
Speriamo che questa festa rimanga solo come iniziativa per permettere di festeggiare i nonni a scuola con dolci preparati solo da loro.
Se dovesse diventare una festa commercializzata non mi piacerebbe più !!!

Con orgoglio vi annuncio che i primi di marzo la cicogna passerà di nuovo a Londra a casa di mia figlia, il piccolo Martino aspetta la “solellina”, ancora non sappiamo se sarà maschio o femminuccia, … sarà quello che Dio vorrà, chiediamo solo la grazia di farlo nascere bene e in salute.

AUGURI A TUTTI I NONNI DEL MONDO

Se ci diamo la mano, dite che riusciamo a raggiungere tutto il giro del mondo ???
Io dico di sì

giovedì 1 ottobre 2009

Sfoglia con peperoni

FOTO SADICA con SPAVENTO

Quella che vedete è Maria la mia migliore amica, le avevo promesso una torta salata, le ho messo in mano la torta, ho fatto la foto e mentre facevo clik le ho detto che era una modella perfetta e che i miei orsi sarebbero stati veramente felici di papparsi la “sfoglia ai peperoni” … iiiiiihhhhhhhhhhhh
Questo è il risultato !
In ogni caso la torta era proprio per lei, peccato non riuscire a cogliere l’attimo, ha emesso un profondo respiro di sollievo e la sua bella risata l’hanno sentita in parecchi. Se ne è andata a casa felice con il suo bottino.
Su questo tema ne ho fatte diverse rotonde, finchè non ho finalmente trovato la sfoglia rettangolare presso il Lidl, in fondo pagina vi metto la foto.

SFOGLIA con PEPERONI
1 sfoglia “Belbake” della Lidl – rettangolare
1 peperone giallo
1 zucchina
½ cipolla
qualche fetta di salame agliato
1 confezione di sottilette Tigre
olio q.b.
sale e poco peperoncino

In un tegame con poco olio, soffriggere la cipolla affettata sottilmente con il salame tagliato a listarelle, inserire la zucchina tagliata e fettine, salarla e mescolare.
Aggiungere il peperone tagliato a listarelle e portare a mezza cottura spegnere e lasciar raffreddare.
Stendere la sfoglia e appoggiarla con la sua carta su una placca da forno, lasciare un margine di due dita tutto attorno e nel mezzo distribuire tutte le sottilette Tigre, cercando di sovrapporle il meno possibile.
I bordi lasciati liberi, rivortarli verso l’interno.
Infornare a forno caldo a 230° per 30 minuti.
Se la torta salata si presenta ancora anemica, prolungare la cottura di 5 minuti circa.

*** Le istruzioni della sfoglia indicano 220° ma il mio forno della montagna è un po’ particolare

Pappardelle ai funghi sanguinelli


Quest’anno la montagna è stata avara nel regalarci funghi, ha piovuto poco e soltanto con la nuova luna che si è formata il 18 settembre e l’umidità della prima pioggia settembrina, ha bagnato quanto basta i boschi e ora che siamo tornati a casa, i miei amici trovano funghi a gogò.
Questo è uno dei magri bottini che ha trovato quest’estate mio marito, pochi finferli (quelli con il gambo arancione e la capocchia marrone) e pochissimi sanguinelli, quelli al centro.
Il fungo sanguinello è molto buono, croccante ma ha un piccolo difetto, se non lo usi subito diventa color violetto, è sempre buono ma ne va dell’estetica della pietanza da presentare.
Li ho preparati appena arrivati a casa con 4 gambette di finferli (gli altri li ho messi a seccare) ed ecco un buon piatto di pappardelle.

PAPPARDELLE ai FUNGHI SANGUINELLI

Per 3 persone

240 g di pappardelle
funghi sanguinelli
1 pomodoro sbucciato
¼ di cipolla
2 spicchi d’aglio tagliati a metà (che poi ho tolto)
6 pezzetti di guanciale (distribuiti poi nei piatti)
1 piccolo peperoncino rosso fresco
burro q.b.
sale q.b.
formaggio montasio grattugiato

In un tegamino sfrigolare il burro con la cipolla tritata fine, l’aglio e il guanciale.
Sbucciare il pomodoro e tagliarlo a pezzettini (quest’anno mio cognato ne aveva nell’orto una qualità stupenda con la buccia fine che a toglierla era un piacere).
Lavare accuratamente i sanguinelli e tagliarli a pezzi – le 4 gambette di finferli le ho lavate e lasciate intere.
Versare nel tegamino con le verdure rosolate i funghi senza sgrondarli troppo, lasciarli insaporire e poi aggiungere i pomodori con una spruzzata di sale.
Cuocere a fuoco lento per ½ ora circa, se il sughetto risulta troppo acquoso, alzare la fiamma e lasciarlo restringere al punto giusto.
Cuocere le pappardelle, scolarle e condirle con il sugo di sanguinelli.
Il formaggio grattugiato, rigorosamente in tavola, ognuno si serve come meglio crede.

Premio francobollo










Amici, amiche, ringrazio per i premi che mi avete sino ad ora regalato però, per non passare da persona ingrata vi informo che il mio tempo da dedicare al blog si è ridotto parecchio e il fatto di fotografare, scrivere la ricetta e riportare tutto sul blog stesso mi induce a rinunciare ,(purtroppo) a seguirvi in queste belle iniziative.
Se volete, ogni volta vi riporto questa formula e segnalo da chi l'ho ricevuto ma niente di più, per me siete tutti dei carissimi amici incontrati nella blogosfera.
Il premio l'ho ricevuto da Germana della "terra dei violini" che a sua volta l'ha ricevuto da Barbara da "ricette barbare"
che a sua volta .......
Approfitto del post per ringraziare di cuore Serafina per aver pensato a me nel donare questo bel premio:
Seguo le regole del premio (pubblicare il francobollo sul blog con il riferimento di chi te lo ha donato, passarlo ad altri 10 amici e chiedere loro di pubblicare le regole, assicurarsi che il francobollo passi ad altri affinché si conoscano nuovi blogs), credo che valga davvero la pena dare un'occhiata ai blog di Vale, Morena, Lenny, Nanny, Serena, Roberta, Marica, Germana, Chiara, Gea e per questo lo passo a tutte loro!

Cotenne e fagioli


Yabadabaduuuuuu ! ecco le porcate che mi piacciono di piùùùù !!! …
ma un ze pòòò ! dietaperennedipendente deve stare alla larga da queste leccornìe che un tempo hanno corroborato bambini, giovani e vecchi.
La cotenna, insieme alle trippe e alle frattaglie sono denominate “il quinto quarto” dell’animale cioè lo scarto ancora fruibile e meno pregiato.
Ma si sa, un tempo la fame era tanta, la miseria c’era per tutti coloro che non erano possidenti, benestanti, clero ecc. , questi alimenti costavano molto poco e si trovavano molto spesso sulle tavole dei contadini, operai, minatori ecc.
Le massaie si sbizzarrivano con le ricette e per certe preparazioni il profumino aleggiava nell’aria già dal mattino presto … che dire, i buoni ricordi non si scordano mai.

Veniamo ai giorni nostri, in montagna ho un giro di amicizie mica male e uno di questi, (Vinicio), si è presentato a casa mia con 1 Kg di cotenne e 8 hg di fagioli secchi dicendo che sarebbe tornato a prendermi con pentole al seguito, per una abbuffata serale per la sera dopo ...
… disgraziato !!!!! … vile attentatore alla mia dieta !!!
… ma con la scusa che sono brava a rientrare nei ranghi, con la scusa che era roba di casa e ormai eravamo a metà settembre faceva già fresco e che di lì a una settimana sarei tornata a MI e che non sarei più stata indotta in tentazioni, mi sono lasciata corrompere :-)))))
Eravamo in 5 coppie, 10 persone, il tutto era accompagnato da una grossa polentona fatta rigorosamente da Giulio sul “spolert” (stufa a legna), annaffiato da friulano bianco(ex denominazione tocai) per le donne e vino di casa spremuto da Vinicio e Giulio (spazzolato tutto). Vinicio è anche il nostro fornitore ufficiale di formaggio salato, ne fa parecchie forme che gli bruciano via in un lampo, ma non chiedeteglielo se il formaggio non è ancora maturo, perché non ve lo da neppure se piangete in cinese.

E ora bando alle ciance, eccovi la ricetta.

COTENNE E FAGIOLI
Per 10 persone

1 kg di cotenne
800 g fagioli secchi
2 cipolle
5 spicchi di aglio
1 costola di sedano grande
1 cuoricino piccolo di sedano
2 carote
2 foglie di salvia
un poco di aghi di rosmarino
timo abbondante
2 foglie di alloro
Olio q.b.
1 noce di burro
Sale
2 peperoncini piccanti freschi

Cotenne:
le ho solo lavate, erano già pronte per la cottura, le ho messe nella pentola a pressione in acqua fredda, con 1 cipolla intera, la costola di sedano grande, 1 carota intera e 1 foglia di salvia.
Salare leggermente, chiudere la pentola a pressione, portare a ebollizione e cuocere per 1 ora e 1/2 .
Sfiatare bene la valvola del coperchio, aprire la pentola a pressione, scolare tenendo a parte l'acqua di cottura delle cotenne e tenerle a parte.

Fagioli:
Dopo aver lavato la pentola a pressione, mettere a cuocere metà dei fagioli scolati dall’acqua di geverno notturno e risciacquati.
*I fagioli raddoppiano di volume e la pentola che ho in montagna è di soli 5 lt, perciò
Ho diviso la cottura per due volte.*

Nella pentola con i fagioli aggiungere 1foglia di alloro (NIENTE SALE per carità, i legumi vanno salati quasi alla fine della cottura altrimenti rimangono sassolini duri che non cuocciono mai).
Dal fischio della valvola della pentola a pressione, cuocere per 30 minuti.
Scolare in modo da poter conservare le acque delle cotture dei fagioli riunite.

Preparare un trito molto fine con la cipolla rimasta, l’aglio, il cuoricino di sedano, la carota rimasta, la foglia di salvia rimasta, gli aghi di rosmarino e le foglie fresche di timo.
In un largo tegame che contenga tutto sciogliere il burro con l’olio e i peperoncini, aggiungere il trito preparato e lasciare rosolare per qualche minuto.
Versare i fagioli e le cotenne, mescolare e lasciare insaporire tutto.
Aggiungere 3 mestoli di acqua di cottura delle cotenne e acqua dei fagioli sino a coprirli interamente.
Portare a bollore e poi lasciar borbottare la pentola.
Aggiungere acqua di cottura dei fagioli, man mano che si asciuga la precedente, mescolando spesso e cuocere a lungo finchè i fagioli saranno ben cotti e le cotenne molto molto morbide.
Una decina di minuti prima di spegnere, salare, mescolare e con i rebbi della forchetta schiacciare un po’ di fagioli in modo da formare un puccino leggermente denso.
Ragazzi “chi ghe voeur la baüscina” qui ci vuole il bavaglino: fra l’acquolina in bocca, la fame, l’aria fine di mezza montagna, è stato spazzolato tutto.
Meno male che certe pazze idee non vengono spesso, altrimenti dovrei stare a semidigiuno per una settimana ogni volta.

*** Il tegame era colmo e per paura che si rovesciasse il contenuto durante il trasporto, ho messo una parte di fagioli in un altro tegame più piccolo. Quindi le foto si riferiscono al contenuto del tegame piccolo.

mercoledì 30 settembre 2009

Giuggiole

GIUGGIOLEEEEE !!!!
Dopo anni e anni, sono riuscita a mangiare di nuovo le giuggiole (assomigliano come forma alle olive ma quando sono mature hanno un colore ruggine particolare), sono passata da Monselice a trovare una nipote e gnam ne ho mangiate un poco e pochine le ho portate a casa.
Un tempo erano coltivate anche nella Lomellina, ora vado a trovare le zie ma da quelle parti di piante non ce ne sono più, a quanto pare questa pianta da drupe è stata soppiantata da altre piante da frutto.
Ricordo la nonna che usava le drupe mature, venivano messe in un vaso con altra frutta matura e per infusione ne usciva un succo liquoroso che era tanto dolce da essere chiamato “Brodo di giuggiole”.
Il proverbio diventò famoso per mostrare qualche cosa di molto buono al punto di “andare in brodo di giuggiole” che è sinonimo di “andare in estasi”.


Stracciatella

Di tanto in tanto rispolvero questa ricetta che in casa piace molto, e questa volta l’ho fatta perché ho tanti ovetti di galline ruspanti appena portati dalla montagna.
Non sarà quella canonica, ma è quella buona di casa mia.



STRACCIATELLA

Per 2 porzioni

60 g di minestrina “capellini”
Brodo vegetale (mi regolo ad occhio nel pentolino che uso di solito per due persone)
2 uova
Olio a giro
Montasio grattugiato

Portare ad ebollizione il brodo vegetale, versare la minestrina e portare a cottura (4 minuti circa).
Prima di spegnere rompere due uova in una ciotolina e versarle dentro al pentolino, mescolare velocemente con una forchetta, spegnere e versare nei piatti.
Ognuno si versa il formaggio che preferisce e un giro di olio.

*** In breve la cena è servita – le verdure del brodo vegetale finiscono in insalata cotta mista, un pezzetto di formaggio e via.

Pasta mista con baccalà semplice

Sempre in linea con Mestolo e paiolo - Stefano, col baccalà semplice ho condito una pasta mista, avevo poche eliche e pochi tortiglioni, cuocevano nello stesso tempo e poi li ho conditi con il baccalà.
I miei hanno gradito.

PASTA MISTA con BACCALÀ SEMPLICE

250 g di pasta mista, eliche e tortiglioni
200 g circa di baccalà già bagnato (corrisponde a 1 pezzo)prezzemolo
1 piccolo scalogno tritato finissimo
pepe - (sale attenti)
olio

Portare a ebollizione il baccalà in abbondante acqua e cuocere ancora per 15/20 minuti circa.Lasciarlo intiepidire, sfaldarlo con le mani e metterlo in una terrina che contenga la pasta, con il prezzemolo e lo scalogno tritati finissimi.tritato finemente.Salare, pepare mescolare e unire un mestolino di acqua di cottura del baccalà e mescolare.
Appena la pasta è cotta, scolarla e versarla sul baccalà.

Baccalà semplice

Oggi mercato settimanale, sono andata dalla mia fornitrice e mi sono comperata 3 pezzettoni di baccalà … non era ancora ben dissalato ma l’ho cotto in abbondante acqua e alla fine della cottura era pronto al punto giusto senza aggiungere altro sale.
Ho preso spunto dalla ricetta apparsa ultimamente su Mestolo e paiolo - Stefano , per me è stato un rientro con una vecchia ricetta che mi aveva insegnato la nonna tanti anni fa … nonna lo chiamava “ baccalà de’ pressia” (baccalà di premura), doveva mettere in tavola 6 uomini e dopo i tanti lavori della giornata a volte non aveva tempo di curare a lungo una preparazione.

BACCALÀ SEMPLICE light

200 g circa di baccalà già bagnato (corrisponde a 1 pezzo)
prezzemolo
pepe - (sale attenti)
olio

Portare a ebollizione il baccalà in abbondante acqua e cuocere ancora per 15/20 minuti circa.
Lasciarlo intiepidire, sfaldarlo con le mani e metterlo nella ciotola con il prezzemolo tritato finemente.
Condire con l’olio consentito, pepe e mescolare.
L’ho accompagnato con cipolline borretane tagliate in 4.

Nel mio baccalà non ho messo l'aglio perchè avevo già le cipolline borretane.

Formaggio salato del Friuli











In Carnia il formaggio salato sta come il gorgonzola fra i milanesi, sono formaggi particolari che piaccciono o non piacciono, non ci sono mezze misure.
Fra le ricette che mi porto dal Friuli, trovate spesso il formaggio salato, proprio perché da quelle parti lo si usa come il prezzemolino.

Gli articoli e le foto che si riferiscono al formaggio salato, sono prese dal web

Salato morbido del Friuli - Origini e area di produzione
Il Salato morbido è nato a Sauris (UD) all'inizio del 1900, e rappresenta un'evoluzione dell'antichissimo Salato duro. Oggi viene prodotto presso alcuni caseifici della zona pedemontana friulana che comprende la Val d'Arzino, la Val Tramontina e il Maniaghese (PN).
Salato morbido del Friuli - Caratteristiche e fasi di produzione
Caratteristici sono il modo e gli strumenti per la sua preparazione, in particolare la "salina". L'utilizzo di questo contenitore, fabbricato tradizionalmente con doghe di larice, ha rappresentato per lungo tempo il sistema migliore per la conservazione del formaggio.Le forme pesano dai 2 ai 5 chili; la crosta è assente, la pasta è tenera e morbida, con occhiatura uniforme, di colore bianco.
Salato morbido del Friuli - Gastronomia e vini consigliati
È un tipico formaggio da polenta. I vini consigliati per l'abbinamento sono Colli Orientali del Friuli, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino di Prepotto, Carso Terrano.

http://www.agraria.org/prodottitipici/robiolasalatofriuli.htm


FORMAGGIO SALATO (Formadi salât)Caratteristica è la tecnica di lavorazione originariamente usata per conservare un formaggio magro nelle dispense di montagna per tutto l'inverno. La maturazione avviene in una salina, la "salmuerie", composta di acqua, sale, latte e/o panna. La base di partenza è un formaggio fresco ed a latte intero. I formaggi non subiscono pressatura ma, in pezzi quadrati del peso di 2-5 kg, sono immersi direttamente in salamoia, dove restano per un periodo variabile tra i due e i sei mesi, a seconda che si voglia ottenere un prodotto tenero o duro.

Le salamoie utilizzate per l'occasione, infatti, non sono semplici preparati a base di acqua, panna e sale: le più vecchie raggiungono anche i 25-30 anni d'età. Naturalmente, periodicamente vengono reintegrate con panna e sale e filtrate per eliminare eventuali residui della lavorazione (di solito, pezzetti di forme che possono rompersi durante l'immersione), ma non vengono mai completamente sostituite. Il risultato di questa lavorazione è un formaggio dalla struttura compatta e pasta morbida e bianca, nel tipo fresco e più dura in quello stagionato. Sapore deciso, delicatamente salato e leggermente acidulo; il profumo intenso e caratteristico si accentua con la maturazione. Ottimo con le patate.
digilander.libero.it/raveo/CUCINA.HTM

martedì 29 settembre 2009

Pennette con toc' in braide allo zafferano

Ed io che son piccina, qualche volta faccio uno strappo alla regola e mi faccio un regalino ino ino.
Il toc’ in Braide non è proprio dietetico, però ho evitato il condimento e soprattutto la salsa di morchia che è calorica e che, sommata al toc’ diventa una vera bomba calorica.
Per consolarmi ho dato colore al mio piatto, aggiungendo una bustina di zafferano.

*** Per la salsa ho dato il quantitativo per 4 porzioni quindi se fate la pasta per più persone ne vale la pena preparare il toc’, altrimenti è meglio soprassedere

Pennette condite

Toc' in braide con lo zafferano
PENNETTE con il TOC’ in BRAIDE allo ZAFFERANO

Per 1 porzione di pennette

50 g di pennette rigate
1 mestolino di toc’ in braide
1 bustina di zafferano
Sale

Per la salsa: ( per 4 persone)300 g di formaggio di malgaricotta fresca (non è specificata la quantità, io ho messo 1 ricottina)caprino (non è specificata la quantità, io ho messo 1 caprino duro)1 dl di latte
Fate fondere a bagnomaria i formaggi con il latte e frullate il tutto fino a ottenere una crema piuttosto liquida.

Versare nel piatto un mestolino di toc’ in braide, lo zafferano e mescolare delicatamente.
Aggiungere subito le pennette, mescolare eee … gnam gnam

Toc' in braide - intingolo del podere

Spendo volentieri due parole per Gianni Cosetti “Maestro d’arte culinaria”, chef incontrastato negli anni 80 e 90 quando Luigi Veronelli definì i suoi “menù immensi, inarrivabili, superiori”, e il suo ristorante “Roma” a Tolmezzo arrivò a livelli molto prestigiosi.
Ha sempre lavorato, studiato e migliorato senza sminuirle, le ricette tradizionali della sua (mia) terra di Carnia in Friuli.
Vi riporto un aneddoto letto sulla rivista di cucina: Fuocolento numero 7-8 Luglio-Agosto 2009
Gabriella (una delle 3 figlie) racconta: mi viene in mente il giorno in cui mia nonna stava preparando il frico friabile. Le è scivolato dalla padella ed è caduto sul bordo in ferro della cucina economica, prendendo una strana forma a U. Mio padre ha visto subito l’originalità di quel piccolo incidente domestico, cogliendo la possibilità di presentare il frico in maniera diversa ai suoi clienti. Non è quello che adesso in vari ristoranti fanno con i cestini di frico”

Il mio toc' in braide l'ho servito con salsiccia sfrigolata in uno scalogno

Sul piatto non ho versato il sugo di "morchia", il tegamino era in caldo

Polentina sulla quale è stato versato il toc' in braide
TOC’ in BRAIDE – intingolo del podere
Ricetta tipica rinnovata da Gianni Cosetti

Per la polenta:
200 g farina di mais macinata sottile
2 dl di acqua
2 dl di latte
Sale

Per la salsa:
300 g di formaggio di malga
ricotta fresca (non è specificata la quantità, io ho messo 1 ricottina)
caprino (non è specificata la quantità, io ho messo 1 caprino duro)
1 dl di latte

Per il condimento:
100 g di burro
50 g farina di mais

Polenta:
In una casseruola fate bollire l’acqua e il latte, salate e versate a pioggia la farina mescolando energicamente con la frusta e badando di non formare grumi, cuocete per 30 minuti.
A cottura ultimata ne risulterà una polentina piuttosto tenera.

Salsa:
Fate fondere a bagnomaria i formaggi con il latte e frullate il tutto fino a ottenere una crema piuttosto liquida.

Condimento:
In un tegame rosolate il burro e la farina di mais finchè diventeranno color nocciola: otterrete così la “morchia”.

Servite in piatti singoli la polenta calda, versatevi sopra un mestolo di crema di formaggi e condite con qualche cucchiaio di morchia.

Come rinnovava Gianni Cosetti questo piatto della tradizione a seconda delle stagioni.
In Estate ed in Inverno con una fettina di Torçhon di foie gras e Malvasia
In Primavera con punte di asparagi e Tocai, oppure con frittura di capretto e Chardonnay affinato in barrique.
In Autunno con funghi trifolati e Pinot Bianco o fette sottili di tartufo bianco e Sauvignon.


Frico patate cipolla speck

Come prenderli per la gola :-))))))))))))))
Arrivata a MI domenica pomeriggio, trovo una grossa patata lessata e penso già che un pezzo di cena è pronto … quasi subito arriva l’altolà da Orsino e morosa che mi informano che sono già tre giorni che mangiano patate …
Che fare ? penso subito al buon formaggio salato e allo speck appena portati dalla montagna e si accende la lampadina ! Frico !!! - aggiungo il radicchio portato dalla montagna già pulito, un piccolo risottino e via, tutto sistemato.
Per i ragazzi è stata una sorpresa molto gradevole e quasi quasi si pappavano anche la porzioncina di papà Orso, è proprio bello quando ti siedi a tavola e sono tutti contenti.

FRICO PATATE CIPOLLA SPECK

Frico piccolo per 3 persone

1 patata grande cotta
¼ di cipolla bionda o ramata
100 g di formaggio salato
50 g di speck
un’ombra di burro
poco latte

Tostare la cipolla tritata finissima in poco burro, aggiungere lo speck tritato fine e il formaggio salato tagliato a pezzetti.
Lasciare sciogliere per bene il formaggio e poi aggiungere la patata passata nello schiacciapatate con un goccio di latte.
Amalgamare per bene e livellare il tortino. Lasciar formare una bella crosticina rossiccia da una parte e poi girare il tortino e lasciare che la crosticina si formi anche dall’altra.
Et voilà, il frico è pronto … cotto e mangiato
Tornata alla base, che c’è di meglio di una pizzaiola cittadina con i finferli portati dalla montagna ?
Molto gradevole, i miei uomini sono rimasti soddisfatti

FUSILLI alla PIZZAIOLA con FINFERLI

Per 4 persone

250 g fusilli
passata di pomodoro
1 spicchione di aglio tagliato in 4 ( da togliere o da schiacciare)
origano
un piccolo pugno di finferli freschi
olio
sale grosso e sale fine
formaggio montasio grattugiato

Preparare il sughetto, mettendo in una padella a freddo, l’olio, lo spicchio di aglio, origano a piacere (poco o tanto secondo i gusti), i finferli e una spruzzata di sale fine.
Cuocere per una ventina di minuti a fuoco basso e aggiungere poca acqua di cottura della pasta se serve.
Cuocere i Fusilli in acqua e sale grosso, a cottura ultimata scolare e versare la pasta nella padella.
Mescolare per bene e servire con una buona spolverata di formaggio montasio grattugiato

*** Non abbiatevene se ciò che preparo è sempre in padella … non sono una brava fotografa e oltre tutto appena preparate le porzioni, i piatti mi vengono sfilati da sotto il naso.
La sottoscritta è dietaperennedipendente e quindi i miei piatti sono sempre diversi dai loro, gli Orsi sono sempre affamati e non hanno tempo per aspettare che io faccia una foto decente.

Santi Michele Gabriele Raffaele


Oggi il calendario ci segnala il Martirologio che commemora insieme i santi arcangeli :
Michele, Gabriele e Raffaele.
La Bibbia li ricorda con specifiche missioni:
Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore.

Buon onomastico a tutti i Michele e Michela – Gabriele e Gabrielle – Raffaele e Raffaelle

Vecchio proverbio del giorno:
Quando i tre Santi bagnan l’ale, piove sino a Natale.Ovvero, se piove in questo giorno, una spruzzata di pioggia l’avremo sino a Natale.

lunedì 28 settembre 2009

Chiusi gli alpeggi



Sabato pomeriggio (26.09), sono tornati gli ultimi animali dagli alpeggi, i malgari hanno lasciato le loro calde malghe, dove hanno versato parecchio sudore per il gran lavoro sfiancante che comporta la tenuta di una malga.
I malgari non hanno solo il compito di custodire gli animali delle stalle del paese, ma le devono mungere, preparano formaggi e la loro giornata, che inizia all’alba, non è mai finita.

Anche la sottoscritta capretta è tornata all’ovile della città e spera di riabituarsi in fretta ai nuovi ritmi delle giornate, fortuna vuole che il gran caldo se ne è andato, altrimenti sarei schiattata appena arrivata .

Vi propongo alcune foto del rientro delle mucche e delle capre, le sento arrivare dalla Via Nazionale, i loro campanacci sono inconfondibili, faccio appena in tempo a munirmi di macchina fotografica, che pastori e animali sono già sotto alle mie finestre, passano davanti a casa nostra.
Primi ritorni, dalla Via Nazionale si immettono in Via Posciasis

Anche le mucche rispettano i cartelli della velocità !!!

La casetta bianca è l'ex latteria del paese, dovrebbero riaprirla ma per ora ci sono solo voci che circolano.
La costruzione gialla è l'asilo gestito dalle suore.