Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois

Foto di Stefano Spangaro - Cral Voltois
Vita genuina di montagna ... Voltois UD

venerdì 4 gennaio 2013

Definizione fra Baccalà e stoccafisso

Sono talmente affezionata a questo pesce, che bisticcio persino col commesso di un noto supermercato di Tolmezzo ^___^.
Sul banco del pesce c'era lo stoccafisso già bagnato e io chiedo "3 pezzettoni di stoccafisso"
e il commesso "no signora è baccalà bagnato"
e io: spiacente ma questo si vede a occhio che è stoccafisso ... si faccia sostituire da un collega 5 minuti e le do lezione su questo pesce.
Conosco talmente bene questa definizione, che l'ho scritta e riscritta diverse volte e la ricordo a memoria.
Baccalà salato alla mano in confezione, stocco sul bancone e 1 confezione di merluzzo surgelato che ho recuperato mandando mio marito di corsa a prenderlo nell'apposito reparto, ho dato tutta la meticolosa spiegazione.
Alla fine c'erano 4 persone attente ad ascoltare e il commesso che si grattava la testa ^_____^.
Hanno apprezzato molto le spiegazioni


DEFINIZIONE fra BACCALA' e STOCCAFISSO

Credo di far piacere a molti, avere in evidenza lo specchietto delle differenza fra baccalà e stoccafisso; gironzolando qua e la, ho notato che c’è molta confusione nel riconoscere la differenza del la lavorazione del merluzzo.
E sì, perché prima di essere baccalà o stoccafisso, il pesce fresco è il MERLUZZO (bianco, il vero merluzzo, appartiene al genere Gadus, ed è il prodotto base per baccalà e stoccafisso) dopo, con la lavorazione, il merluzzo viene definito baccalà oppure stocco.


Intanto il baccalà è ottimo in qualsiasi modo e si adatta bene alla frittura.
Lo stoccafisso si adatta meglio agli umidi, perchè sopporta di più le lunghe cotture. (l'altro invece, più cuoce e più diventa stopposo)

RICAPITOLANDO:

MERLUZZO = pesce fresco dopo pescato il merluzzo, la lavorazione lo fa diventare:

Baccalà sottosale o stoccafisso, comunque lo si chiami, si parla sempre di merluzzo.
Per la precisione il merluzzo è il pesce fresco o surgelato, il baccalà è il merluzzo ridotto in filetti e conservato sotto sale, mentre lo stoccafisso è il merluzzo intero, privato della testa e delle interiora ed essiccato. Il merluzzo fresco o surgelato è pronto per essere consumato. Prima invece di poter cucinare il baccalà e lo stoccafisso, si deve procedere con l'ammollo, operazione diversa fra le due specialità.
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/come-ammollare-il-baccala.html





BACCALA’ = pescato e liberato della testa, delle pinne, della coda e dell'intestino, viene immediatamente posto all'interno di barili con abbondante quantità di sale che serve per consentirne il prosciugamento e la conservazione.

Essendo conservato sotto sale occorre dissalarlo eliminando il sale in superficie ed immergendo i filetti in acqua fresca per 24/48 ore, variabili a seconda delle dimensioni. Cambiare l’acqua ogni 6 ore circa. Alla fine dell'ammollo sarà ben ammorbidito e pronto per essere cucinato. Un alternativa è lasciarlo sotto un filo di acqua corrente. Suggerimento: l'ideale è utilizzare come contenitore per l'ammollo una "vaschetta" piuttosto capiente e che possa quindi contenere parecchia acqua, altrimenti potreste ottenere un baccalà ancora molto salato. Potrebbe andare bene anche un catino come quelli che si usano per il bucato. Conservare l'ammollo in luogo fresco. D'inverno è sufficiente tenerlo sul balcone, d'estate è meglio nella parte meno fredda del frigo.
Quando è ancora sotto sale il baccalà può essere conservato per parecchi giorni in frigorifero, meglio se avvolto in un foglio di carta per alimenti e posto in un sacchetto per surgelati.
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/come-ammollare-il-baccala.html
Copyright © Alimentipedia.it


STOCCAFISSO = il merluzzo viene messo a seccare appeso a rastrelliere ed esposto all'aria con temperature che si aggirano attorno agli zero gradi, si ha lo stoccafisso che, alla fine, appare per la sua durezza, come un "bastone di pesce" ("stock" legno o bastone e "fish" pesce).

Deve essere sfibrato tramite battitura (informarsi se è da battere quando lo si acquista), per essere poi immerso in acqua, da cambiare spesso (almeno ogni 6 ore). L’ammollo in acqua fresca deve durare 3-5 giorni a seconda delle dimensioni. Per batterlo occorre percuoterlo con un martello di legno, per sfibrarlo senza romperlo. Conservare l'ammollo in luogo fresco. D'inverno è sufficiente tenerlo sul balcone, d'estate è meglio nella parte meno fredda del frigo. Conservazione Quando è ancora sotto sale il baccalà può essere conservato per parecchi giorni in frigorifero, meglio se avvolto in un foglio di carta per alimenti e posto in un sacchetto per surgelati. Il metodo della conservazione mediante essiccazione (stoccafisso) è più antico della conservazione sotto sale (baccalà).
Tratto da: http://www.alimentipedia.it/come-ammollare-il-baccala.html
Copyright © Alimentipedia.it

BACALA’ = bacalà con una "c" sola, dizione vicentina, non è quello salato ma lo stocco secco. Quando il Querini portò in Italia gli stoccafissi, i vicentini diedero a questa nuova pietanza il nome di “bacalà”, con una “c” sola, ingenerando così un equivoco che si trascina fino ai giorni nostri perché il “bacalà” non è baccalà (salato), ma stoccafisso secco. 



Foto di: http://www.baccalaallavicentina.it/jom/la-ricetta
Storia e tradizione
Quando è invalso l'uso di cucinare il baccalà nella maniera a noi più nota e conosciuta in tutto il mondo? "Si racconta che, nel 1269, i vicentini che tentavano l'assalto al castello di Montebello, difeso dai veronesi, alle guardie che gridavano altolà, rispondessero: oh, che bello, noi portiamo polenta e baccalà. E subito i veronesi, golosi, spalancarono il portone."
E' noto che il baccalà lotta con Palladio per conquistare il trono di simbolo della città di Vicenza nel mondo. A Rost una delle più sperdute fra le isole Lofoten al largo della Norvegia, più di quattro secoli fa, (1432) naufragò la spedizione agli ordini del capitano veneziano Pietro Querini e lì, per un singolare effetto a lungo termine di quello sbarco avventuroso, oggi hanno Vicenza nel cuore. Il merito è degli stoccafissi che capitan Querini portò con sé rientrando a casa, e che a illuminati gastronomi vicentini ispirarono, previo opportuno trattamento la nascita del piatto chiamato baccalà, raccomandabile con polenta.
I vicentini videro nello stoccafisso una alternativa al costoso pesce fresco, oltretutto facilmente deperibile. Nell' ottobre 1580,all'aprirsi dell'era palladiana, arriva a Vicenza Michel de Montaigne; Vicenza gli appare come una "grande città piena di palazzi gentilizi", ma niente di più. Nel suo celebre "Journal de Voyage en Italie", lascia un mediocre appunto su Vicenza, ma il suo entusiasmo letterario riprende fuoco solo per un pranzo in cui era incluso il famoso "piatto nazionale" dei vicentini: il baccalà.
E’ corretto fare una distinzione: i vicentini chiamano lo stoccafisso con il nome di Bacalà (con una c solamente),  perché a Vicenza  quando si parla di Baccalà (con due c) ci si riferisce a quello salato non a quello secco. Pertanto lavorando e parlando del pesce secco, i vicentini lo chiamano Bacalà, altrimenti per baccalà si intenderebbe il pesce fresco e salato. Questo distinguo vale per la citta di Vicenza. Qui, nel nostro sito internet riporteremo il nome Baccalà (con due c) nella corretta dizione italiana, solo per facilitare la lettura e la ricerca del sito, ma ricordate: per i vicentini si usa dire “Bacalà alla Vicentina”.
http://www.baccalaallavicentina.it/jom/storia-e-tradizione

mercoledì 2 gennaio 2013

Bacalà alla vicentina

BACALA' ALLA VICENTINA
"Ciò, co 'sto bàlsemo,

co 'sto bombon,anca le moneghe perde el timon."E le nostre donne non son neanche monache...
Già, e anch'io per il baccalà perdo el timon ^____^ e così ho deciso di farlo proprio il 1° dell'anno.
Ma se hai solo la porzione per 2 abbondante ... e ti arriva un ospite ?
Cià valà che accontentiamo tutti, e quindi tartine mie con salame come antipasto, polenta bianca, bacalà alla vicentina e bauletti di pollo e mortadella.
Tutti felici sazi e contenti !!!


Baccalà alla Vicentina: la ricetta della Confraternita
La seguente ricetta è quella codificata dallaVenerabile Confraternita del bacalà alla vicentina*, frutto di studi su ricettari ottocenteschi e di comparazioni “sul campo” tra le numerose varianti rimaste in uso nei ristoranti del Vicentino dai decenni intorno alla metà del Novecento.

BACALA' alla VICENTINA Mia interpretazione
Ingredienti per 2 porzioni abbondanti
700 g di stoccafisso secco
1 cipolla bianca
olio d’oliva extravergine abbondante
acciughe sott’olio a piacere (ne andrebbero 3 dissalate, spinate e lavate)
latte fresco intero
poca farina bianca
g 50 di formaggio grana grattugiato
un ciuffo di prezzemolo tritato (non l'ho messo, non ne avevo)
sale e pepe

Ho sbollentato il bacalà perché l’ho preso sabato già bagnato e l’ho conservato nel congelatore per oggi. Quindi con la bollitura, (10 minuti circa), il pesce si è sfaldato.
Infarinare leggermente tutti i pezzi.
Affettare finemente la cipolla, soffriggerla in abbondante olio e appena inizia ad imbiondire sciogliere le acciughe.
Appoggiare sopra al soffritto i pezzi di bacalà ben uniti, coprire a filo con il latte, spolverare con il formaggio, salare leggermente, pepare e  portare a bollore.
Coprire con il coperchio e abbassare al minimo la fiamma, il bacalà deve pipiare piano piano.
Non mescolare mai, di tanto in tanto scuotere in senso rotatorio il tegame.
Appena è pronto, spegnere il fuoco e spolverare con prezzemolo tritato.
La cottura è lunga, 4 ore circa, e vi consiglio se potete, di prepararlo il giorno prima.
Un giorno di riposo lo insaporisce meglio.

Questa la ricetta originale
 Ammollare lo stoccafisso (battuto per ammorbidirlo) in acqua fredda, cambiandola ogni 4 ore, per 2-3 giorni, oppure trovarlo già ben battuto e bagnato.
Aprire il pesce per lungo, togliere la lisca e tutte le spine. Tagliarlo a pezzi.
Affettare finemente le cipolle e rosolarle in un tegamino con un bicchiere d’olio. Aggiungere le sarde sotto sale e tagliate a pezzetti, con il prezzemolo tritato unito per ultimo a fuoco spento.
Infarinare i pezzi di stoccafisso, cosparsi con il soffritto di sarde- Disporli uno accanto all’altro, in un tegame (sul cui fondo si sara’ versata, prima, qualche cucchiaiata di soffritto) di coccio o di alluminio oppure in una pirofila. Ricoprire lo stoccafisso con il resto del soffritto, aggiungendo anche il latte, il grana grattugiato, il sale, il pepe. Unire l’olio fino a ricoprire tutti i pezzi.
Cuocere a fuoco molto basso per 4 ore e mezzo (lasciando “pipare”), muovendo ogni tanto il recipiente in senso rotatorio per non far attaccare, ma senza mai mescolare.
Lo stoccafisso diventato baccalà alla vicentina sarà migliore dopo un riposo di 12 ore e ottimo anche il giorno dopo.
Servirlo con polenta morbida appena scodellata.
* Notizie sul baccalà alla vicentina sono consultabili sul sito della Confraternita: www.baccalaallavicentina.it.
Vi si legge tra l’altro che i vicentini – come tutti i veneti – chiamano lo stoccafisso con il nome di bacalà (con unac sola), con il che confondendo chi correttamente chiama baccalà (con due c) il merluzzo fresco salato, non quello secco.  E che il bacalà alla vicentina dovrebbe avere sempre, nei menù, l’unica c che sta nel nome ufficiale della Confraternita.


Nella parte sotto del piatto c'è il bacalà alla vicentina al latte - sopra ci sono i bauletti di pollo con mortadella.

Notizie sempre interessanti

DEFINIZIONE fra BACCALA' e STOCCAFISSO
Credo di far piacere a molti, avere in evidenza lo specchietto delle differenza fra baccalà e stoccafisso; gironzolando qua e la, ho notato che c’è molta confusione nel riconoscere la differenza del la lavorazione del merluzzo.
E sì, perché prima di essere baccalà o stoccafisso, il pesce fresco è il MERLUZZO, dopo, con la lavorazione, il merluzzo viene definito baccalà oppure stocco.

Intanto il baccalà è ottimo in qualsiasi modo e si adatta bene alla frittura.
Lo stoccafisso si adatta meglio agli umidi, perchè sopporta di più le lunghe cotture. (l'altro invece, più cuoce e più diventa stopposo)

RICAPITOLANDO:

MERLUZZO = pesce fresco dopo pescato il merluzzo, la lavorazione lo fa diventare:

BACCALA’ = pescato e liberato della testa, delle pinne, della coda e dell'intestino, viene immediatamente posto all'interno di barili con abbondante quantità di sale che serve per consentirne il prosciugamento e la conservazione.

STOCCAFISSO = il merluzzo viene messo a seccare appeso a rastrelliere ed esposto all'aria con temperature che si aggirano attorno agli zero gradi, si ha lo stoccafisso che, alla fine, appare per la sua durezza, come un "bastone di pesce" ("stock" legno o bastone e "fish" pesce).


BACALA’ = bacalà con una "c" sola, dizione vicentina, non è quello salato ma lo stocco secco. Quando il Querini portò in Italia gli stoccafissi, i vicentini diedero a questa nuova pietanza il nome di “bacalà”, con una “c” sola, ingenerando così un equivoco che si trascina fino ai giorni nostri perché il “bacalà” non è baccalà (salato), ma stoccafisso secco.

lunedì 31 dicembre 2012

Buon Anno 2013




A capodanno parenti ed amici
festeggiano insieme uniti e felici.
L'anno che viene propizio vi sia
e per gioie future vi spiani la via.

BUON ANNO NUOVO

E sulle note del Danubio
Vi auguro un felice ed allegro
anno nuovo


Quest'anno dedico la prima ricetta dell'anno al mio paesino di montagna Ampezzo.
Secondo la leggenda popolare, il nome deriverebbe da un abete (peç) - con una casa (dimora) vicina  -  alla cui ombra i viandanti solevano riposare (Dimpeç). Lo stemma del Comune è rappresentato da una casa rustica, con a fianco un abete.


TORTA DIMPEÇ - Danubio
1 stampo di carta

500 g farina manitoba
2 uova più 2 tuorli
1 cubetto di lievito (25 g)
25 g di zucchero per sciogliere il lievito nel latte
100 g di zucchero
150 g burro
1 pizzicone di sale
100 g latte a temperatura ambiente (non di più)
1 fialetta essenza di arancia (mi mancava la mia polvere di bucce secche)

1 cucchiaio di miele di eucalipto scuro sciolto in mezza tazza di latte per lucidare alla fine

Per farcire:

3 tipi di cioccolata ... alla menta, all'arancia, fondente

Nella ciotola della planetaria versare la farina con un buco in mezzo e aggiungere tutti gli altri ingredienti (lievito sciolto in poco latte compreso).
Avviare la planetaria a bassa velocità per poi alzarla gradatamente per lavorare l'impasto sino ad incordarlo al gancio e finchè la ciotola della planeraria ha le pareti pulite.
Togliere il gancio e lasciare l'impasto nella coprirla con pellicola e sopra un canovaccio. 
Mettere la ciotola in un posto caldo sino al raddoppio dell'impasto circa 1 ora o 1 ora e mezza, tutto dipende da quanto caldo avete nell'ambiente.
Togliere l'impasto, sgonfiarlo leggermene e versarlo su un foglio di carta forno, pesarlo (il mio era quasi 1 kg), e poi dividerlo in 16 pezzi dello stesso peso circa 
30 g l'uno.
Arrotolarli a pallina, schiacciarli in modo regolare e mettere all'interno un quadretto di cioccolato assortito.
Richiudere i lembi dell'impasto pizzicando e poi arrotolare bene sul piano lavoro, non devono rimanere buchini.
Man mano appoggiare le palline prima sulla cima e sulle punte delle fronde e poi in modo regolare lasciandole un poco distanziate fra di loro.
Se avete il forno libero, accendere la lucina inserite l'albero a lievitare di nuovo finchè le palline sono lievitate e si sono avvicinate bene fra di loro circa 1 ora.
Quando è ben lievitato, togliere l'albero dal forno.
Accendere il forno a 180° e mentre sale a temperatura, sciogliere il miele nel latte freddo, spennellare per bene tutte le palline e infornare per 25 minuti.
Togliere un attimo la teglia, spennellare di nuovo con latte e miele e rimettere il dolce a cuocere per altri 5 minuti.

Lasciarlo raffreddare o mangiarlo tiepido. Non è dolce ma è gradevole senza dare fastidi.


l'idea dell'albero è di Aurora che ha preparato a suo tempo L'ABENDORO

http://ricetteincortile.blogspot.it/2009/02/abendoro-di-natale-di-aurora.html




Impasto lievitato


Gli auguri più belli


Ohoi ragazze e giovanotti, ho appena ricevuto i migliori auguri che mai mi aspettassi

Tanti auguri Rosetta, Buon 2113!!!
Un abbraccio 

Amica mia, non sono ancora così (come il mio disegnino) ma al 2113, oltre al bastone mi ci vorranno pure le stampelle ^_____^
Questa notte andrò a dormire con un sorriso felice, me lo hai strappato e mi ha fatto contenta.


Un altro sorriso che da 30 anni non mi abbandona, è questa:
Ve la racconto ... 
quando è nato Matteo il rampollino, siamo venuti presto qui in montagna a trascorrere un piccolo periodo estivo.
Allora ero una mamma giovane  e camminare, gironzolare e chiacchierare non mi dava fastidio, i dolori non c'erano, il bimbo passeggiava in carrozzina e io felice me lo scorrazzavo felice.
Un giorno incontro una Signora del posto ormai avanti con gli anni e mi chiede del bimbo ed io tutta pimpante dico che è un bambino buono che mangia e dorme tranquillo (aveva 2 mesi).
Che dire, si va sul discorso di quando i bimbi crescono e come cambiano e questa signora tutta seria e compita mi dice:
Dagli un grappino al mattino, vedrai che rimane sempre piccolo.
Azzolina, mi è venuto un botto e dopo i convenevoli ... quando la signora si è allontanata, la ghignarola (il riso sfrenato) non mi ha abbandonato più.
Ancora oggi, quando si parla della Serafina (che era un mito), scoppio a ridere di tutto cuore.
Serafina, da lassù perdonami, ma tu l'hai detto così seria che mi hai lasciato a bocca aperta. Ti abbraccio ovunque tu sia.

Anche questa non è male ^____^ - è un commento al mio post
Cara Rosetta, tanti tanti auguri!
La tua storia mi ha fatto ricordare il mio prof di italiano del liceo... lui ci raccontava del conte di Gorizia che veniva allevato sin da bimbo a latte e grappa...
Un abbraccio
Tiziana


Ciao Tiziana, allora mi consolo e rido ancora di più ^____^
Un forte abbraccio e buon anno a te e famiglia.
Mandi

Un sorriso












Ecco i due piccioncini che aspettano lo scoccare della mezzanotte, lui sul divano in cucina che dormicchia in attesa dello scoccare dell'ora x ed io alla mia consolle a scrivere le ultime del giorno ^_____^
Niente di che, ma ho due foto alle quali mi sono affezionata ultimamente e me le voglio conservare.
Sono foto prese dal web, ma le trovo molto carine


GATTO SULLA SCI-CLETTE


AGLI AUGURI PER TUTTI VOI NON RINUNCIO E LI RINNOVO CON TUTTO IL CUORE

Pandeitubi alle noci

Buoni, buonissimi ... avevo già scritto tutto ma poi mi hanno interrotto ed eccomi qui per ricominciare.
Stamane ero alle 6,30 nel forno del pane (vicino a casa mia) a prendere la pasta di pane ... ho un sacco di noci, nocciole ecc. i ragazzi non ci sono e quindi queste delizie bisogna smaltirle.
Ma qui hanno orecchie e fiuto in ogni dove ... non so chi mi ha visto al forno o se è stato Giuliano il fornaio a dire che stavo facendo qualche cosa di buono eeee ...
Dai alle 4pm ho tolto il mio pandei tubi dal forno, il profumo era da un pò che si espandeva ... un'amica di passaggio mi ha bussato sulla finestra per sapere cosa stavo facendo di buono, ma alle 4,20pm è arrivata la mia amica Maria, dovevamo andare a casa di una persona e quindi, quandoha visto i pani,  si è profusa in complimenti.
E tu non vuoi dare un salamotto di pane a Maria ? il pane era ancora caldo ma nel piccolo tragitto da casa mia alla sua, ne aveva già rosicchiato un bel pezzo.
Dall'altra nostra amica ha accettato il tè ma non ha voluto neppure un biscottino ^______^


PANDEITUBI alle NOCI
per 3 tubi

1 kg di pasta di pane
300 g noci tritate grossolanamente
1 bicchiere di souvignon
5 g di lievito di birra
1 cucchiaio di miele di eucalipto

Ho messo subito la pasta di pane in un conenitore con l'olio, l'ho rigirato bene e l'ho messo a lievitare per conto suo.
Era diventato bello ciccio e quindi l'ho messo nella ciotola della planetaria con gli altri ingredienti ...
Il lievito l'ho sciolto nel vino con il miele.
Impastare una decina di minuti per amalgamare tutto.
Togliere dalla planetaria e pesare il composto, dividerlo in 3 parti, dovrebbero venire circa 400 g per salamotto.
Ungere bene il salamotto con l'olio e inserirlo nel tubo chiuso da una parte, sdraiarlo e quando sono riempiti tutti e tre, chiuderli con l'altro coperchio.
Intanto che lievitano poco poco, accendere il forno a 300°
Quando si inseriscono i tubi abbassare a 210° per 15 minuti
Abbassare a 180° e cuocere ancora 20-25 minuti.
Spegnere, lasciarli riposare 5 minuti al caldo e poi mettere i tubi per 5 minuti sulla gratella.
Togliere subito dopo le pagnottelle altrimenti si inumidiscono troppo.
Lasciarle rafreddare e metterle nel sacchetto di carta e poi in uno di plastica, per conservarli morbidi sino al giorno dopo.
... mera utopia, me ne è rimasto uno e l'ho difeso con le unghie e con i denti ^_____^... domani ci sarà solo pane normale per tutti gli auguranti ^____^


Il miele di acacia serve per dare colore alla crosta del pane ... qui non ho il malto d'orzo e quindi mi sono arrangiata con il miele.


Credevo di fare delle buone tartine per me e Carlo domani, ma ho fatto i conti senza l'oste ...
... mio cognato è solo e questa sera era un pò così e quindi ho diviso la mia preziosa pagnotta.
Va bene così, domani il forno è chiuso, ma dopodomani mi rifarò ... di frutta secca ne ho.

Il mio Natale in tanti clik

Se vi state annoiando e non sapete cosa fare, vi posto una carrellata di foto fatte in questi giorni, inconsuete ma per me molto significative.

IL MIO NATALE IN TANTI CLIK


Nella mia cucina posta al piano terreno non ho spazio e quindi il mio albero è fatto all'esterno, appendendo gli addobbi   sulla mia bellissima azalea e ad altri due vasi che rimangono perennemente fuori.

                                   

La  corona dell'avvento





Le candele tutte accese il giorno di Natale.


Il  piccolo alberello a fibre ottiche posto nell'intercapedine della finestra.


L'  alberino, la casina, il Babbo Natale e due porta candele, con le candeline profumate accese


L'alberino a riposo, di giorno è spento


Il grande cespuglio di vischio, che mio cognato ha appeso al balcone 


L' alberino non rende merito


Appesi sulla porta della cucina, la calzettona della Befana e la scopina spazzaguai che ho confezionato io.


Scopina spazza guai


Addobbi dei vicini di fronte


Luci sul balcone di mio cognato

domenica 30 dicembre 2012

Assaggi

Gli antipastini fatti con i miei pani cotti nei tubi. Ho fatto un figurone, gli amici che sono passati giusto a 1/2 giorno per fare gli auguri, erano soddisfatti ... preciso che qui in montagna non sono troppo apprezzate le creme e cremine che si mettono su tartine, voulevant, ecc, perciò le mie tartine le ho fatte molto ruspanti.
Per fortuna ho fatto 4 infornate per 3 tubi alla volta  per un totale di 12 pani ... altrimenti non mi sarebbe rimasto neppure l'assaggio.

ASSAGGI


Due infornate di pan dei tubi



Cuoricini con speck e formaggio latteria




Cuoricini con acciuga e grana


Prosciutto e acciuga


Salame e cipollina


Stelline e cuoricini con salmone e grana




Grissini attorcigliati


In compenso un'amica mi ha portato come augurio un poco di polenta, frico e ciccioli ^____^


Panetti semidolci ... dovevano avere la forma di uccellino, ma assomigliano a tutto fuorchè agli uccellini.